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Quanto costa internet con Starlink di Elon Musk?



Che Elon Musk sia uno dei più visionari imprenditori del nuovo millennio lo dicono i fatti: da PayPal a SpaceX, da Tesla a Hyperloop, dovunque si parli di nuove tecnologie c’è un marchio che porti la sua firma. Ovviamente, in questa infinità di progetti futuristici non poteva mancare il suo personalissimo progetto su come connettere il mondo con la rete internet ed è proprio ciò che sta cercando di realizzare con la costellazione di satelliti artificiali denominata Starlink. Vediamo di cosa si tratta e quali saranno i costi di utilizzo.

Cos’è Starlink?


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A molti di voi sarà forse capitato negli ultimi due anni di osservare il cielo in una notte serena e senza nuvole e vedere sfrecciare nella volta stellata una lunga carovana di puntini luminosi perfettamente allineati. Ebbene, niente paura, non erano UFO né una formazione di aerei militari ma, “semplicemente” (le virgolette sono d’obbligo), una sezione della costellazione di satelliti artificiali che compongono il progetto Starlink. Questa rete di satelliti, nelle intenzioni del suo creatore Elon Musk, servirà a collegare ogni singolo punto del globo terrestre (sia esso in mare o sulla terra ferma) con la rete Internet ad alta velocità (le prestazioni promesse garantiranno dai 50 ai 150 mb/s) per baypassare i problemi dei normali collegamenti alla rete che ad oggi utilizzano prevalentemente i sistemi via cavo o via ripetitore i quali, per motivi tecnici e logistici, non sono in grado di coprire tutta la superficie del pianeta.

Quando il progetto sarà a regime, Starlink, utilizzando i razzi Falcon 9 della SpaceX (altra azienda di proprietà di Musk), metterà in orbita ben 12.000 mini satelliti posti ad una quota compresa tra i 1.100 e i 1.300 Km d’altezza. Al momento ne sono già stati schierati in due anni circa 1.600.

Quando entrerà in servizio Starlink?

Starlink, nei programmi, dovrebbe iniziare a fornire internet ai suoi abbonati entro la fine dell’anno. Da qualche settimana sono aperte le prenotazioni e le adesioni raccolte sono già 500.000.

Niente male se si pensa che le aree più ricche e industrializzate del pianeta, grosso modo, sono già tutte collegate con i sistemi tradizionali ma la speranza di Musk è quella di arrivare a 40 milioni di abbonati entro il 2025.

In fondo il servizio è studiato per funzionare ovunque e per motivi tecnici e logistici anche in Europa e USA ci sono ampie zone solo marginalmente servite dalla rete internet. In Italia, secondo uno studio dell’Agicom risultano esserci ancora 485 mila abitazioni non collegate alla rete poichè, appunto, per limiti tecnici, il segnale non può essere inviato su tutto il territorio.

Quanto costa l’abbonamento?

Beh, per un progetto stellare i prezzi non possono essere che… stellari!

Sì, dimenticate la guerra dei prezzi vantaggiosi tra i fornitori “classici” di internet, Starlink ha dei prezzi fuori dalla media: il solo hardware composto da una parabola e da un router costa 499 euro a cui vanno aggiunti ulteriori 60 euro di spedizione e un abbonamento di 99 euro al mese. Questi costi sono di molto superiori a quelli offerti dal competitor nel settore dell’internet satellitare, la Iridium (dai 20 agli 80 euro mensili circa, più telefoni appositi che costano mediamente tra i 2 e i 300 euro), che però ha una costellazione di satelliti molto più ridotta (solo 72 di cui 66 operativi e 6 di scorta) che implica dei “buchi” di segnale (seppur limitati e temporanei) e non garantisce le stesse prestazioni, fornendo solo internet a bassa velocità (massimo 128 kb/s per le apparecchiature installabili su navi e barche e questo tipo di fornitura costa appena una decina di euro in meno rispetto all’abbonamento con Starlink che è enormemente più veloce).

A chi conviene?

Sicuramente il collegamento a Starlink converrà a chi, vivendo in zone male o per nulla coperte dall’internet “tradizionale”, necessita della connessione di rete per esigenze lavorative: pensiamo agli alberghi posizionati in luoghi particolarmente isolati, ai ricercatori che girano il mondo tra foreste, deserti e luoghi inaccessibili, ai marittimi, agli amanti degli sport estremi o delle lunghe avventure nella natura. Certo, è difficile immaginare che nelle zone più povere del pianeta, dove il segnale è spesso assente, siano in molti a potersi permettere una tecnologia con simili costi ma, magari, con l’aiuto di qualche filantropo o associazione umanitaria (o dello stesso Musk che uno sconto potrebbe anche farlo) si potrebbe pensare a degli hardware installati nei villaggi dove vivono le comunità più povere e sperdute per consentirne un utilizzo condiviso.

Per la stragande maggioranza di noi occidentali più fortunati, Starlink dovrebbe essere invece poco più di una curiosità ma forse non sarà così: data la sua natura satellitare, dove i satelliti sono di proprietà di un privato, sarà molto più difficile per le autorità intercettare i dati che ci si scambia con la tecnologia di Starlink e ciò lo renderà appetibile a tutti coloro che lavorano “sottotraccia” come gli hacker, aziende di cybersecurity, agenzie pubblicitarie (che spesso trattano dati che non sarebbe così lecito trattare), probabilmente molti media e sicuramente gli oppositori politici di determinate nazioni (ammesso e non concesso che ne venga autorizzata la commercializzazione degli hardware).

Insomma, tra pochi mesi vedremo quale sarà il reale impatto di questa nuova tecnologia sul mercato della comunicazione, restando consapevoli del fatto che ogni qualvolta parliamo di Musk e delle sue trovate non possiamo non pensare che il futuro sia alle porte, ben consci però del fatto che il simpatico multi-mega-stra-miliardario ogni tanto qualcuna la toppa di brutto… sì, capita anche a lui!

Foto di Artturi Mäntysaari da Pixabay



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