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Le migliori app per pagare con lo smartphone

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Lo smartphone è ormai diventato un’estensione di noi stessi. Ci consente di avere a portata di mano gli strumenti che più ci servono per comunicare, lavorare, gestire a distanza altri dispositivi elettronici e, ovviamente, pagare. Vediamo quali sono le migliori app che ci consentono di pagare tramite lo smartphone senza dover portare con noi contanti o carte di credito.

ApplePay: un must per i possessori di iPhone

Se siete possessori di un Iphone dalla versione 6 in poi, per voi, sin dal 2014, è disponibile l’app ApplePay. In realtà, più che una vera e propria applicazione è una sorta di estensione attivabile dell’app Wallet, preinstallata nei dispositivi IOS. Basta associare al wallet un carta di pagamento e il gioco è fatto. Quando sarete alla cassa dovrete semplicemente avvicinare lo smartphone al POS (controllate, ovviamente, che questo sia abilitato alla modalità di pagamento in questione, ma vi garantiamo che è disponibile quasi ovunque) e, tramite riconoscimento facciale o impronta digitale, il pagamento verrà autorizzata nel Wallet.

Potrete utilizzare ApplePay anche per i pagamenti online e, anche in questo caso, l’identificazione dell’utente che sta procedendo all’acquisto verrà effettuata tramite riconoscimento facciale o impronta digitale, in modo tale da non dover mai trasmettere i vostri dati a terzi. E’ giusto il caso di ricordare che per utilizzare l’app per pagare con un POS contactless, il vostro dispositivo deve essere dotato della tecnologia NFC (Near Field Communication).

Icona dell’app Apple Pay (tratta dal sito internet di Apple)

GooglePay: l’app di pagamento per i dispositivi Android.

Non tarda ad arrivare la risposta di Android ad ApplePay. Infatti, appena un anno dopo la release dell’app di pagamento di Apple, nel 2015, Android sviluppa e mette a disposizione l’app AndroidPay che nel 2018 verrà rinominata in GooglePay. Per utilizzarla è necessario avere installato sul proprio dispositivo la versione 5.0 di Android o superiore. In questo caso, al contrario di ApplePay, bisogna scaricare fisicamente l’app nel proprio smartphone e poi inserire i dati relativi alla carta di pagamento che si vorrà collegare.

Per pagare basterà sboccare il telefono (lo sblocco varrà dunque come riconoscimento dell’utente) avvicinarlo al POS e, a transazione eseguita, grazie alla tecnologia NFC, vi comparirà una spunta blu sul dispositivo. Il venditore, dal canto suo, a conferma del successo della transazione, riceverà un numero criptato in modo tale che i vostri dati saranno salvaguardati. Un’interessante funzione nativa di GooglePay è che, in caso di pagamento online, autorizzando Chrome, l’app compilerà in automatico tutti i campi dei moduli di pagamento con i vari indirizzi e dati di pagamento che avrete salvato nel browser.

Icona dell’app Google Pay (tratta dal sito internet di Google)

Satispay: l’app che garantisce il cashback dei vostri acquisti.

Interessante è l’app tutta italiana Satispay. Il sistema che ne sta alla base differisce di molto da quelli visti finora in quanto per utilizzare l’app bisogna associarle non una carta di pagamento ma un conto corrente. E’ proprio dal conto reale che l’app ne creerà uno virtuale in cui confluiranno in automatico, settimanalmente, le ricariche dello stesso in base al tetto stabilito dall’utente. I pagamenti avvengono in peer-to-peer, per cui sia chi vende che chi acquista devono essere registrati alla piattaforma, e l’utente, dopo aver selezionato da un elenco il negozio verso cui effettuare il trasferimento di denaro, dovrà aspettare l’ok dell’esercente. I pagamenti fino a dieci euro sono gratuiti mentre per i pagamenti superiori si andrà a pagare una commissione di 20 centesimi per ogni operazione che serve a finanziare i vari programmi di cashback che la piattaforma attua per gli utenti che utilizzano l’app.

Icona dell’app Satispay (tratta dal sito internet di Satispay)

Samsung Pay: l’altra risposta ad ApplePay

Se Apple, per quanto riguarda i sistemi operativi, ha tra i suoi più agguerriti rivali Android, nel lato della produzione di dispositivi elettronici deve fare i conti con Samsung. Non è un caso dunque se per contrastare ApplePay anche il colosso coreano, come Android, ha dato vita ad una sua app di pagamento utilizzabile sui suoi dispositivi successivi al Galaxy A5 e al Galaxy S6 edge+. Anche in questo caso dovremo associare all’app una carta di pagamento e la transazione verrà verificata, senza trasmissione di dati a terzi, tramite impronta digitale, scansione dell’iride o pin. Al contrario di ApplePay e GooglePay, non è necesario aderire al circuito per poterne usufruire e la si può utilizzare per pagare alla cassa non solo con la tecnologia NFC ma anche con quella MST (Magnetic Secure Transmission) con cui si leggono le normali carte di pagamento con striscia magnetica.

Icona dell’app Samsung Pay (tratta dal sito internet di Samsung)
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