La fattura elettronica è una delle innovazioni tecnologiche in ambito fiscale più importanti che siano mai state introdotte in Italia. Essa mira a sostituire, nel medio-lungo periodo, il sistema di fatturazione cartaceo o tradizionale, tuttora vigente in parte delle aziende italiane, e che il nuovo sistema punta a rimpiazzare grazie all’uso delle nuove tecnologie.
In molti già ne stanno facendo uso, dato che è stato imposto l’obbligo da diversi anni per buona parte delle partite IVA italiane (non a tutte, almeno ad oggi). Tra le principali aziende che erogano questo servizio, ad un canone annuale fisso, troviamo Aruba, Infocert e FattureInCloud. Alla prova dei fatti, la fatturazione elettronica era stata accolta con scarso entusiasmo da alcuni addetti ai lavori; ha messo un po’ difficoltà, almeno sulle prime, anche alcuni consulenti fiscali.
La fatturazione elettronica è da tempo obbligatoria per le Partite IVA “classiche”, non per le cosiddette forfettarie, questo quantomeno fino allo scorso anno: da quest’anno si era cominciata a ventilare l’ipotesi di passare alla fatturazione di questo tipo.
Come funziona la fatturazione elettronica
Il suo punto di forza più importante consiste nel fatto che introduce, a livello fiscale, un meccanismo sicuro di firma digitale e autenticazione certa dei soggetti coinvolti nella fattura stessa. Effettivamente per molti mesi si era discusso dell’eventualità di rendere obbligatoria tale tipo di fatturazione per qualunque partita IVA, il che – lo ricordiamo – consiste nell’utilizzo di un sistema centralizzato, interamente in digitale, per inviare e notificare le fatture al cliente, sfruttando altresì un sistema centralizzato che tiene traccia di tutte le operazioni. Cliente che, a sua volta, verrà ufficialmente notificato dell’esistenza della fattura mediante SDI e/o PEC.
Fatturazione elettronica anche per i forfettari: come stanno le cose
A partire dal primo luglio anche chi possiede una partita IVA con il regime forfettario avrà l’obbligo di fare uso della fatturazione elettronica, come previsto dal decreto PNRR del Consiglio dei Ministri che includerà, tra le altre cose, un nuovo possibile (ed esplicito) obbligo di POS per i commercianti.
A partire dalla data del 1 luglio 2022, pertanto, le partite IVA in regime forfettario – ovvero che usufruiscano della cosiddetta flat tax al 15% (fissata al 5% per i primi cinque anni) – dovranno emettere obbligatoriamente fattura elettronica. Si tratterebbe ancora di una bozza, ma sembra abbastanza sicuro che l’obbligo sarà esteso a breve, e che saranno pertanto cancellati gli esoneri per i soggetti passivi in regime di vantaggio, forfettari e che nel periodo d’imposta trascorso rientrino nelle 65 mila euro. Esiste un’eccezione all’obbligo, che riguarderà circa 800.000 partite IVA tra microimprese, liberi professionisti ed autonomi: chi possiede un reddito di meno di 25.000 € fino al 2024 non avrà, per il momento, alcun obbligo in tal senso.
Come usare lo SDI / la PEC
Il ruolo del cosiddetto SDI (Sistema Di Interscambio) o della PEC (Posta Elettronica Certificata) consiste nel fare da tramite all’uso della fatturazione elettronica: all’interno della procedura è comunque possibile indicare un indirizzo email per recapitare la fattura in PDF al destinatario (non è obbligatorio), ma si deve soprattutto indicare il codice SDI (ex codice univoco) oppure, in alternativa, la casella PEC del cliente destinatario. Il codice sdi per fatturazione elettronica servirà, nella pratica, a notificare automaticamente (e con firma digitale) dell’esistenza della fattura, in modo che il cliente possa procedere al pagamento. Photo by Scott Graham on Unsplash
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