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Obbligo di POS e multe per i commercianti da giugno 2022: come stanno le cose



L’obbligo di POS per i commercianti è in vigore da molto tempo, ma si tratta effettivamente di una di quelle leggi che vengono imposte senza fare controlli, senza fare verifiche nè sanzioni in caso di mancanza. Le cose potrebbero cambiare a stretto giro, dato che da giorni si vocifera della possibilità di introdurre multe per i commercianti che non hanno il POS. Le multe non sono nemmeno troppo salate, se è vero quello che abbiamo trovato, ma di certo fanno riflettere sullo stato attuale della fiscalità e c’è da capire se effettivamente diventeranno legge o meno.

Tutto nasce dall’anticipazione del decreto PNRR che avrebbe dovuto essere varato nel 2023, ed è stato invece anticipato a giugno 2022 dal governo Draghi. Alla prova dei fatti, l’obbligo di POS esiste da tempo, per quanto le modalità della sua applicazione siano state, almeno in parte, poco chiare. L’obbligo esiste dall’anno 2015, per quanto ad oggi nessuno abbia mai applicato sanzioni ai commercianti e ai professionisti che non ne facevano uso. Nulla di strano nel continuare a pagare in contanti, per molti, mentre secondo altri l’introduzione del POS sarebbe facilitante per molti consumatori, anche per piccole spese e per evitare di portarsi dietro denaro contante in monetine e cartaceo.



I costi (spesso) nascosti del POS

Alla base del provvedimento vi è, naturalmente, l’idea di riuscire a limitare il sommerso ed i redditi in nero che non vengono dichiarati, problema che si colloca nella lotta all’evasione fiscale in atto da tempo, e non solo in Italia. Tra i commercianti, ovviamente, c’è anche chi onestamente dubita dell’efficacia dell’obbligo, soprattutto qualora ciò comporti possibili costi nascosti: cioè il fatto che se io pago un caffè 1 euro e voglio usare la carta il costo della transazione, non potendo essere accollato al cliente, va direttamente al negoziante. Sarebbe ora che in merito si facesse, secondo noi, un po’ di chiarezza, dato che è anche possibile che un giorno si possa arrivare alle transazioni gratuite, con canone fisso che l’esercente paga per l’uso del POS o una tantum, al limite, ma se si continua a far pagare la singola transazione, secondo noi, difficilmente si arriverà ad accettare l’uso del dispositivo.

Cosa dice la normativa?

La norma, di suo, ha vissuto una vita abbastanza difficile, lunga e contraddittoria: i dettagli sono stati descritti ad esempio nel sito di Axerve, a cui invitiamo i lettori a fare riferimento per dettagli nel merito. Il tutto finchè nell’ottobre del 2021 la manovra del Governo è stata varata, assieme all’articolo che entra un po’ nel merito della questione: parliamo del comma 4-bis dell’art. 15 del DL 179/2012, quello in cui si parla di possibili sanzioni amministrative per l’esercente che si rifiuta di accettare un pagamento elettronico.

Al netto di problemi tecnici e di applicazione delle norme, tra cui il fatto non da poco di comprendere come conciliare l’obbligo di uso dei contanti prima abbassato a 999€, poi nuovamente innalzato a 1999€, c’è da discutere anche sull’entità della multa: si parla di 30€ di multa per ogni sanzione, con l’aggiunta del 4% del valore della transazione per cui non è stato messo a disposizione un POS. Quindi, ad esempio, se prendo un caffè da 1€ e non metto a disposizione il POS, rischio di pagare una multa di esattamente 30,04€. C’è anche da capire, a questo punto, se questa multa sarà fatta oppure sarà procrastinata ancora, se diventerà effettiva e se, soprattutto, in caso funzionerà come deterrente per chi il POS proprio non vuole usarlo. Photo by Blake Wisz on Unsplash 

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