Che cosa vuol dire “capestro”?

Significato originale ed etimologia

L’etimologia della parola “capestro” è molto interessante. La parola “capestro”, infatti, deriva dal latino “capistrum“, a sua volta derivato da “capere”, che significa “prendere” o “afferrare”. Il termine latino “capistrum” indicava un’attrezzatura utilizzata per guidare o controllare gli animali da traino, come cavalli o muli. Questa attrezzatura veniva posta intorno alla testa dell’animale e collegata alle briglie o alle redini per controllarne il movimento. Con il passare del tempo, il termine “capistrum” ha subito delle modifiche linguistiche e si è evoluto nelle lingue moderne. In italiano, si è trasformato in “capestro”, mantenendo il significato originale di un’attrezzatura utilizzata per controllare i cavalli.

È interessante notare come parole che avevano a che fare con il controllo degli animali siano diventate parte del linguaggio quotidiano e siano ancora utilizzate per descrivere attrezzature simili o azioni di controllo in contesti più generali.

Cosa vuol dire capestro

Per estensione, la parola capestro può fare riferimento a condizioni contrattuali molto dure (contratto capestro, ad esempio, diffuso in alcuni ambiti lavorativi) oppure alla morte per capestro, ovvero l’esecuzione mediante impiccagione.

La parola “capestro” è un termine utilizzato in campo equino e si riferisce ad un tipo di attrezzatura o strumento utilizzato per controllare il cavallo. Il capestro è una sorta di morsa o imboccatura che viene posta intorno alla testa del cavallo e collegata alla briglia o alle redini. Può essere usato per guidare o controllare il cavallo, essendo utile per esercitare una certa pressione sul muso o sulle fauci dell’animale al fine di indirizzarlo o fermarlo.

Va notato che l’uso del capestro deve essere fatto con attenzione e delicatezza, evitando di infliggere dolore al cavallo. Si consiglia sempre di utilizzare attrezzature appropriate e di ricevere istruzioni da un esperto per garantire il benessere e la sicurezza del cavallo durante l’addestramento o la monta.

Non ha ancora votato nessuno.

Che ne pensi di questo articolo?

CVV (Card Verification Value) per le carte PostePay: dove si trova?

CVV (sigla per Card Verification Value) indica il codice di sicurezza segreto associato a qualsiasi carta di credito, prepagata o di credito, ed è utile per abilitare le transazioni online (ad esempio nei siti web di ecommerce) nel momento in cui viene richiesto dal sito in cui si acquista.

Normalmente il CVV è stampato sul retro della vostra carta, ed è composto da 3. Alcuni tipi di pagamento possono richiedere il codice CVV per rendere effettivo il pagamento (assieme alla data di scadenza ed il numero della carta), mentre altri no.

Si tratta del codice di tre cifre che trovi sul retro della tua carta di credito.
5/5 (2)

Che ne pensi di questo articolo?

PAN carta di credito: cos’è e come funziona

Che cosa si intende per PAN

Il PAN (acronimo per Primary Account Number) è un codice, generalmente di 16 cifre, presente sul fronte delle carte di credito: si tratta di un numero che caratterizza una carta in modo univoco, e che viene utilizzata per poter effettuare i pagamenti tipicamente online. Si tratta di un “oggetto” che molti di noi maneggiano quotidianamente senza nemmeno accorgersene, di fatto, e che invece possiede un’importanza vitale per poter evitare truffe e raggiri, ed effettuare pagamenti in modo sempre sicuro.

Qual è, quindi il PAN della tua carta di credito? Facile: corrisponde con il numero della carta stessa, generalmente di 16 cifre.

Il Primary Account Number (PAN) ovvero numeri di conto principale si riferisce a un numero che in realtà, sui circuiti nazionali o internazionali, può essere di 14, 15, 16  19 cifre, e viene generato dalle banche emittenti a titolo di identificatore univoco della carta stessa. I numeri di conto principale sono chiamati colloquialmente numeri di carte di credito, poiché si trovano su carte di pagamento come carte di credito, prepagata e/o di debito.

Il numero di conto PAN era spesso in rilievo oppure, secondo gli standard più recenti, stampato non in rilievo sulla parte davanti della carta.

Come è fatto il PAN di una carta

Il PAN specifico è ovviamente riservato, e non deve essere divulgato in alcun modo come spiegato – se non quando è necessario pagare con la propria carta, assicurandoci prima che il sito sia affidabili e, se possibile, pagando con altri metodi di pagamento diverso dall’inserimento diretto del PAN. Specificato questo, ci sono delle convenzioni che sono state spiegate sul sito investopedia, e che suggeriscono che

  • la prima cifra con un “3” caratterizza una carta American Express
  • la prima cifra con un “4” caratterizza una carta VISA
  • la prima cifra con un “5” caratterizza una carta del circuito Mastercard
  • la prima cifra con un “6” caratterizza una carta Discover
  • altri tipi di carte, anche non di pagamento, iniziano con i numeri 1, 2, 7, 8, 9

Cosa non fare con il PAN

Il PAN non deve essere ricopiato da nessuna parte, non è  necessario impararlo a memoria, va custodito con cura ed è opportuno che resti lontano dallo sguardo di occhi indiscreti.

 

 







4.38/5

(8)

Che ne pensi di questo articolo?











Privacy, cookie e termini di servizio
Questo sito contribuisce felicemente alla audience di sè stesso.
pagare.online
Seguici su Telegram ❤️ ➡ @trovalost
Pagare.online by cap0l00p3r is licensed under CC BY 4.0 - Il nostro network: Lipercubo - Pagare - Trovalost .