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Quanto ha perso Musk dopo le sue dichiarazioni sui Bitcoin?



Che il vulcanico imprenditore Elon Musk, per quanto geniale sia altrettanto imprevedibile, era cosa nota. Allo stesso modo è risaputo che i Bitcoin non sono certo beni dal valore relativamente stabile come l’oro e il platino. Quando, dunque, Elon Musk decide di influenzare il mercato delle Criptovalute ecco che la soglia di imprevedibilità sui mercati tocca vette stratosferiche generando pesanti perdite sia nel conto in banca del multimiliardario di origini sudafricane sia nel valore di mercato dei Bitcoin. Analizziamo cos’è successo negli ultimi giorni a seguito delle recenti dichiarazioni di Musk contro i Bitcoin.

La marcia indietro di Musk sui Bitcoin.



Uno dei personaggi chiave dell’inizio del nuovo millennio è sicuramente Elon Musk. Il poliedrico magnate delle nuove tecnologie ha messo lo zampino in quasi tutte le innovazioni che stanno rivoluzionando l’economia (PayPal) e il nostro modo di vivere il presente (Tesla, SpaceX, Hyperloop, ecc.). Fino a pochi giorni fa lo stesso Musk era uno dei principali entusiastici sostenitori dell’utilizzo delle criptovalute, incoraggiando gli acquirenti ad acquistare le auto elettriche prodotte dalla sua azienda, la Tesla, proprio con i bitcoin, moneta elettronica di cui detiene anche un sostanzioso portafogli.

La settimana scorsa però, tra lo sconcerto generale, con un tweet del tutto inatteso ha preso le distanze dai bitcoin, ritenendoli non ecosostenibili a causa dell’enorme quantità di energia necessaria a generare il codice di cui sono costituiti e, di conseguenza, ha comunicato che Tesla non avrebbe più accettato i bitcoin come forma di pagamento. Tutto ciò ha dato vita ad ondate di panico generalizzato tra i possessori di criptovalute che negli ultimi dieci giorni hanno registrato perdite che si aggirano intorno al 25%.

Le conseguenze sul patrimonio di Musk.

La cosa che è saltata subito all’occhio degli osservatori economici è stata che lo stesso Musk, possessore di una nutrita quantità di bitcoin – ulteriormente incrementati proprio negli ultimi mesi dopo che, dietro suo input, gli acquirenti delle auto Tesla hanno scelto di pagarle con le criptovalute -, abbia perso una cifra astronomica a seguito delle sue dichiarazioni, quantificabile in circa un quarto del suo patrimonio. Tale repentina perdita lo ha visto essere scalzato da Bernard Arnoult dal secondo gradino del podio delle persone più ricche del mondo.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Perchè Musk ha scaricato i bitcoin?

La prima domanda che ci siamo posti nel leggere il tweet anti-bitcoin di Musk è stata:

“Ma come? Proprio lui se n’è accorto solo ora che la produzione di bitcoin richiede un’enorme quantità di energia che a sua volta genera inquinamento? E’ mai possibile che noi, umili Nessuno qualunque, lo sapessimo da anni e lui se ne sia accorto solo dopo essersene riempito il portafogli?”

E’ ovvio che qualcosa non quadra, com’è ovvio che Musk non sia un fesso.

E la risposta implicita l’ha data lo stesso Musk poche ore dopo quando ha pubblicato un altro tweet in cui chiedeva ai suoi follower se fossero favorevoli ad utilizzare un altro tipo di criptovaluta chiamata Doge in alternativa ai più noti bitcoin. Come se non bastasse, Musk ha anche annunciato che l’anno prossimo la sua compagnia aerospaziale SpaceX manderà sulla Luna un satellite chiamato (indovinate un po’?) Doge 1 e, guarda caso, i costi della missione saranno sostenuti integralmente con l’utilizzo di Dogecoin.

Da questo momento in poi, le quotazioni della criptovaluta Doge sono aumentate in maniera esponenziale e, ad ulteriore conferma di come ci sia lo zampino di Musk dietro il boicottaggio dei bitcoin, un grosso investitore anonimo (in gergo gli investitori anonimi che fanno incetta di titoli, azioni e altri investimenti relativi ad un singolo comparto vengono chiamati “balene”) possiede quasi 37 miliardi in Dogecoin e, lo stesso, recentemente avrebbe fatto tre ulteriori acquisizioni di questa criptovaluta dall’importo di 28.061.971 dollari cadauna. Se giochiamo un po’ con questa cifra e ne spostiamo i punti dei decimali esce fuori uno strano numero: 28.06.1971. Sapete chi è nato il 28 giugno 1971? Lo avrete già capito: Elon Musk.

Quindi, il forte sospetto è che dietro il boicottaggio dei bitcoin ci sia in realtà una ferma e pianificata strategia di Musk che intende trasformare il suo portafogli di criptovalute, convertendolo da bitcoin (che nel frattempo ha affermato di non voler intaccare… sarà vero?) in Dogecoin. Nei piani quindi, in breve tempo, Elon Musk dovrebbe essere in grado di recuperare le perdite accumulate in questa settimana e riprendersi la seconda posizione nella classifica dei più ricchi del pianeta tornando ad insidiare da vicino il rivale storico Jeff Bezos.

Foto di Foto-Rabe da Pixabay

Certo però che, per quanto Elon Musk a noi personalmente è sempre risultata una persona simpatica e geniale, non possiamo non sottolineare che la sua mossa atta a svalutare i bitcoin – nascondendosi dietro una ipocrita motivazione di carattere ambientalista (i Dogecoin si “coniano” con gli stessi metodi dei bitcoin) – abbia fatto perdere ingenti somme di denaro a piccoli investitori che avevano convertito i loro risparmi in quel tipo di criptovaluta. Questa mossa non ci sembra eticamente accettabile anche se, si sà, nel mondo della finanza l’etica non ha mai trovato spazio.

Più che altro, in conclusione, è da sottolineare che, come avevamo già sottolineato in un articolo precedente, investire in criptovalute forse è un azzardo da lasciar fare ai multi miliardari come Musk ed è più consigliabile per i piccoli investitori rivolgere le loro attenzioni finanziarie sui più sicuri titoli di stato o nei beni rifugio. Proprio ieri, infatti, a dare un’ulteriore “mazzata” al valore dei bitcoin e delle criptovalute in generale è stata la banca centrale cinese che ha dichiarato inaccettabili pagamenti e investimenti sul territorio nazionale e nei mercati esteri con questo tipo di moneta volatile, inaffidabile e ingestibile con i canoni della finanza classica.

Come dare torto alle autorità finanziarie cinesi? In fondo se l’8 maggio un bitcoin valeva 46.775.56 dollari e oggi (20 maggio) dopo soli 12 giorni è scambiato a 32.063,84 – praticamente un terzo in meno – è la prova lampante del fatto che quello delle criptovalute sia un “gioco” pericoloso e imprevedibile, da cui tenersi lontani se non si è multimiliardari come Elon Musk.

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