La gestione di rapporti commerciali spesso porta alla nascita di debiti e crediti che vanno regolati nel modo più ottimale possibile. Quali sono le soluzioni?
Il nostro ordinamento giuridico mette a disposizione ai privati vari strumenti di regolazione delle posizioni di credito e debito. In particolare, uno dei principali è il conto corrente. Molti sono portati subito a pensare che il conto corrente sia necessariamente quello bancario. Tuttavia, in realtà, non è la sola tipologia esistente. Il contratto base di conto corrente è infatti quello non bancario. Scopriamo in questa guida che cos’è, come funziona, quali sono i limiti, se ci sono, e perché agli imprenditori conviene farne uso.
Che cos’è il conto non bancario
Il conto corrente non bancario è un contratto bilaterale molto spesso stipulato tra due soggetti legati da reciproche posizioni di credito e debito.
Le parti annotano in un conto i crediti che derivano dalle rimesse effettuate da entrambi. Il contratto prevede che i debiti reciproci siano momentaneamente inesigibili e indisponibile fino a che il conto non viene chiuso.
A differenza del conto corrente bancario non è però previsto l’intervento di un istituto di credito bancario e non è necessario il pagamento di commissioni. Oltre a questo, inoltre, nel conto corrente ordinario o non bancario i crediti si possono riscuotere solo a scadenza e prima sono inesigibili. Invece nell’altro modello di conto corrente i crediti sono sempre disponibili.
Come funziona
Le parti che stipulano il contratto di conto corrente ai sensi degli articoli 1823 – 1833 del Codice Civile si obbligano a rendere indisponibili i crediti fino a quando non si arriva alla scadenza. Se, tuttavia, giunti a scadenza non viene richiesto il pagamento la somma deve essere considerata come la prima rimessa per un nuovo conto corrente. In tale caso il contratto di conto corrente non bancario viene considerato rinnovato fino a tempo indeterminato (ovvero fino al recesso delle parti).
I limiti al conto corrente non bancario
Il contratto di conto corrente non bancario è normalmente stipulato tra soggetti che ricoprono un ruolo fondamentale, quello di imprenditori.
Se questo è il caso ci sono alcuni limiti che il Codice Civile impone di rispettare. In primo luogo, gli unici rapporti che possono essere oggetto del conto corrente sono i crediti relativi all’esercizio dell’impresa. Tutti gli altri non possono essere oggetto del conto corrente.
In secondo luogo, sono esclusi e non possono formare oggetto del contratto di conto corrente i crediti per cui il Codice Civile esclude la compensazione ex art. 1246.
In particolare, si tratta del:
• credito per la restituzione di cose delle quali il legittimo proprietario sia stato spogliato senza che ci fosse una giusta ragione;
• credito che ha quale oggetto la restituzione di beni depositati ovvero dati in comodato;
• crediti impignorabili;
• crediti per cui il debitore abbia espressamente rinunziato alla possibilità di far ricorso alla compensazione;
• altri crediti per cui espressamente la legge imponga questo divieto.
La chiusura del conto corrente non bancario
Il conto corrente bancario si chiude entro la scadenza stabilita nel contratto da parte dei contraenti. In mancanza di una previsione in proposito, la chiusura si effettua ogni sei mesi.
La modalità di chiusura del conto consiste nell’invio di un estratto conto da un correntista all’altro.
Tale documento si considera approvato sia se non viene contestato dalla parte correntista entro scadenza, sia se è congruo in base ai termini contrattuali.
In caso l’estratto conto non sia approvato è possibile procedere a impugnarlo a partire da sei mesi per i seguenti motivi:
• presenza di errori di scrittura ovvero errori di calcolo nelle rimesse;
• assenza di importanti informazioni relative ai rapporti di credito tra correntisti parti del contratto.
I vantaggi di un conto corrente non bancario
La scelta di stipulare un contratto di conto corrente non bancario è dettata dal fatto che, specialmente nei rapporti commerciali, ma non solo, alcune parti si trovano ad essere reciprocamente creditrici e debitrici.
Il conto corrente non bancario consente, tuttavia, alle parti di gestire i rapporti unitariamente.