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Cos’è il Money Management?



Se c’è una cosa che un esperto di economia non vi consiglierà mai di fare è un investimento al buio in cui impiegare una rilevante somma del vostro patrimonio nella speranza che l’azzardo si riveli vincente. Gli investimenti, invece, devono essere fatti con oculatezza e calcolo certosino delle risorse da impegnare. Le scienze economiche negli anni hanno teorizzato e dimostrato un’insieme di regole necessarie ad una corretta gestione del patrimonio e a come investirlo nel migliore dei modi raccogliendole in quello che oggi chiamiamo “Money Management”. 

Massimizzare i profitti e ridurre le perdite



Ovviamente spiegare in maniera esauriente cosa sia il Money Management in un semplice articolo è impossibile. La materia è ampia e complessa ed è studiata in corsi universitari che riassumono ciò che sull’argomento è stato scritto in centinaia di libri. Ma una sintesi per far capire per sommi capi di cosa stiamo parlando si può fare.

Il Money Management racchiude le tecniche della gestione del denaro in relazione agli investimenti (soprattutto a quelli sul mercato azionario) con l’obiettivo di massimizzare i profitti e ridurre le possibili perdite.

Tramite le regole del Money Management scopriamo che per salvaguardare e ampliare il patrimonio bisogna innanzitutto avere ben chiaro le dimensioni iniziali dello stesso al momento di iniziare un investimento (sembra banale ma non lo è affatto) e quindi stabilire quanta parte dello stesso si potrà utilizzare.

Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay

E’ a questo punto che entrano in gioco due concetti cruciali con cui si dovrà sempre avere a che fare per tutelare i propri investimenti:

  • Risk Management: la “gestione del rischio” che analizza i punti critici dell’investimento che si vuole realizzare tramite un’attento esame del rapporto costo-benefici e delle potenzialità presenti e future del mercato di riferimento cui l’investimento ricade;
  • Position Sizing: individuazione della quota di capitale da investire in ogni singola operazione e come ripartirla tra i diversi asset.

Affinché i requisiti che implicano il soddisfarsi dei due concetti sopra descritti vengano rispettati, bisogna adottare una strategia di Money Management che comporta diversi passaggi da seguire:

  • Innanzitutto bisogna avere un capitale adeguato all’investimento che si vorrà realizzare;
  • Investire una parte minima del capitale, non superiore al 2-3%, per ogni singola operazione: così facendo il patrimonio certamente non aumenterà a dismisura in un sol colpo ma allo stesso tempo non si disintegrerà in un attimo nel caso in cui l’investimento dovesse rivelarsi infruttuoso;
  • Fissare degli Stop-Loss per ogni singola operazione. Gli stop-loss (stop alle perdite) sono degli strumenti che, una volta fissati, entrano automaticamente in azione qualora una posizione in nostro possesso perda una percentuale di valore prefissata. Al raggiungimento di tale soglia di perdita, il titolo verrà automaticamento messo sul mercato per la vendita. Esempio:

Si acquista un titolo azionario del valore di €1.000 e si fissa lo stop-loss al 5% del valore. Non appena il valore dell’azione scenderà a €950 (1.000-5%) lo stop-loss causerà l’immediata vendita del titolo sul mercato. Qualora il titolo aumenti di valore fino (ad esempio) a €1.200 per poi calare, lo stop-loss si attiverà al raggiungimento dei 1.140 euro di valore (1.200-5%=1140).

  • Approntare un piano dei rischi che preveda almeno l’acquisto di due-tre asset sicuri (o tendenzialmente tali) per ogni asset rischioso: così facendo si può avere una ragionevole certezza che investendo in più asset contemporaneamente, una parte delle eventuali perdite verrà immediatamente ripagata dai guadagni relativi agli asset sicuri;
  • Considerare e ricalibrare sempre ogni nuova operazione con un’analisi attenta, non considerando l’esito di operazioni simili precedenti: se l’avere investito l’anno scorso in azioni dell’azienda “X” ha portato profitto ciò non implica che reivestire anche oggi nelal stessa azienda possa avere lo stesso risultato;
  • Chiudere una parte di operazioni in attivo per poter avere nuovo capitale immediatamente disponibile per nuovi investimenti.

La Formula di Kelly e quella di Larry Williams

Come ogni sistema economico che si rispetti, anche il Money Management ha delle funzioni matematiche che ne regolano scientificamente l’andamento.

La regola più famosa è la cosidetta Formula di Kelly, nota anche perchè è una delle più utilizzate dagli scommettitori “professionisti”. In fondo il parallelismo tra gli scommettitori e gli investitori in asset di borsa è particolarmente azzeccato in quanto entrambi hanno a che fare con l’alea, con le mosse degli avversari (siano essi i compagni del poker, le slot machine o gli altri brocker finanziari) e con un capitale soggetto ora a venti di tempesta, ora a bonacce infinite, ora a poderose raffiche in poppa.

La Formula di Kelly si utilizza per calcolare la quantità di capitale da investire in ogni singola operazione ed è espressa così:

F=W-(1-W)/R

dove: F = una singola operazione; W = la probabilità che l’operazione abbia un esito positivo; R = rapporto tra la media dei guadagni e la media delle perdite 

L’equazione (i cui termini vengono stimati con opportuni calcoli matematici) restituisce il valore percentuale del capitale da investire nell’operazione.

La Formula di Larry Williams è particolarmente utilizzata da coloro che operano sui titoli futures e serve a calcolare il numero di contrattazioni attivare per una data operazione finanziaria in rapporto alla percentuale di rischio che l’investitore è disposto a correre.

La Formula di Larry Williams è la seguente:

N=(C x P)/D

Dove: N = numero di contrattazioni possibili; C = capitale a disposizione; P = peercentuale di rischio; D = massimo drawdown, intendendo con questo termine la massima quantità di denaro che si può perdere nell’operazione. 

Se si operano investimenti utilizzando la Formula di Larry Williams il fattore umano diventa centrale poichè la variabile cambia soprattutto in pase alla propensione al rischio dell’investitore che costituisce uno dei fattore della formula (P). Più alto sarà il valore di P maggiori saranno gli investimenti che la formula ci consiglierà di fare e, di conseguenza, più P sarà alto più sarà alta la percentuale di incassare una fortuna o di finire in rovina.

Esempio:

Avendo un capitale di €1.000 e scegliendo di rischiare il 10% con un drawdown di €50 potremo acquistare 2 azioni della posizione che ci interessa (100 x 10%/50=2)

Come abbiamo già detto più sopra, il Money Management è influenzato da mille variabili e centinaia sono gli studi compiuti su di esso, tanto da poterlo quasi considerare una scienza a sé stante. In questo articolo, senza velleità di completezza, abbiamo voluto dare giusto una breve infarinatura dei concetti principali che bisogna però conoscere alla perfezione se si vuole operare nel mercato degli investimenti finanziari e in quello azionario in particolare.

 

 

 

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