Negli Stati Uniti, oltre 800.000 investitori hanno subito perdite complessive per circa 2 miliardi di dollari a causa della criptovaluta legata al nome di Donald Trump, denominata $Trump. Questa moneta digitale è stata lanciata tre giorni prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, generando inizialmente un’ondata di entusiasmo e speculazione.
Al momento del lancio, il prezzo di ciascun token era fissato a 18 centesimi. Tuttavia, in poche ore, complice un’intensa attività speculativa, il valore della criptovaluta ha raggiunto i 75 dollari, moltiplicandosi in modo esponenziale. Questo fenomeno ha attirato migliaia di investitori, convinti di poter trarre profitto da un progetto che sembrava legato all’attuale presidente degli Stati Uniti.
I primi investitori, infatti, hanno registrato guadagni enormi: alcuni sono riusciti a incassare decine di milioni di dollari vendendo i loro token al picco del valore. Il progetto ha beneficiato di un forte traino mediatico, con molti influencer e sostenitori di Trump che ne hanno promosso l’acquisto, alimentando un vero e proprio effetto “FOMO” (Fear of Missing Out, ovvero la paura di perdere un’opportunità di investimento irripetibile).
Il crollo e le perdite miliardarie
Dopo la fiammata iniziale, il valore di $Trump è crollato rapidamente, scendendo fino a 17 dollari per token. Il fenomeno è tipico delle pump and dump, strategie speculative in cui il prezzo di un asset viene gonfiato artificialmente per poi essere scaricato da chi è entrato prima nel mercato.
Secondo un’analisi condotta da Chainalysis, almeno 810.000 persone hanno subito perdite significative, ma il numero potrebbe essere ancora più alto, poiché i dati non includono transazioni avvenute su piattaforme di scambio non registrate o decentralizzate.
Molti investitori, attratti dalla crescita vertiginosa iniziale, sono entrati nel mercato troppo tardi e hanno visto il loro capitale dissolversi in pochi giorni. Il calo è stato probabilmente causato dalla mancanza di un vero valore sottostante alla criptovaluta, che sembrava basarsi più sulla popolarità di Trump che su un’effettiva utilità economica.
Un caso emblematico di speculazione sulle criptovalute
Il caso di $Trump evidenzia i rischi legati agli investimenti in criptovalute, soprattutto quando questi si basano su fenomeni mediatici e politici piuttosto che su reali basi tecnologiche o economiche.
Questa vicenda ricorda altri episodi simili nella storia delle criptovalute, come i meme token (Dogecoin, Shiba Inu) o altri progetti legati a figure pubbliche, che hanno attratto investitori inesperti con promesse di guadagni facili, per poi rivelarsi bolle speculative destinate a scoppiare.
Per molti sostenitori di Trump, questa criptovaluta era vista come un simbolo politico e di appartenenza, ma per la maggior parte degli investitori si è rivelata un disastro finanziario. Molti di loro ora accusano i promotori di averli truffati, mentre altri semplicemente riconoscono di aver scommesso su un investimento ad alto rischio e di aver perso.
Nel frattempo, le autorità statunitensi stanno monitorando il caso, ma non è chiaro se verranno avviate indagini o regolamentazioni più severe su questo tipo di criptovalute speculative.
Di fatto, almeno 800.000 persone hanno subito perdite complessive di 2 miliardi di dollari investendo nella criptovaluta $Trump, lanciata da Donald Trump tre giorni prima del suo insediamento presidenziale. Inizialmente, ciascuno dei 5.971.750 token era venduto a 18 centesimi, ma il prezzo è rapidamente salito a 75 dollari. I primi investitori hanno ottenuto profitti significativi, con alcuni che hanno guadagnato decine di milioni di dollari in pochi giorni. Tuttavia, il valore di $Trump è successivamente crollato a circa 17 dollari, causando perdite significative per un numero maggiore di investitori. Secondo un’analisi di Chainalysis, oltre 810.000 persone hanno registrato perdite, ma il totale potrebbe essere ancora più elevato, poiché i dati non includono le transazioni su alcune piattaforme di criptovalute che hanno iniziato a offrire $Trump dopo l’aumento iniziale del prezzo.
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