Che cos’è il dilemma del prigioniero

Il dilemma del prigioniero è un paradosso nell’analisi delle decisioni in cui due individui che agiscono nel loro proprio interesse personale non producono un risultato ottimale.

Un esempio principale di teoria dei giochi, il dilemma del prigioniero è stato sviluppato nel 1950 dai matematici della RAND Corporation Merrill Flood e Melvin Dresher durante la Guerra Fredda (ma successivamente ha ricevuto il suo nome dal teorico dei giochi Alvin Tucker). Alcuni hanno ipotizzato che il dilemma del prigioniero sia stato creato per simulare il pensiero strategico tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda.

Il dilemma del prigioniero è uno dei concetti più noti della moderna teoria dei giochi. Il tipico dilemma del prigioniero è impostato in modo tale che entrambe le parti scelgano di proteggere se stesse a spese dell’altro partecipante. Di conseguenza, entrambi i partecipanti si trovano in una condizione peggiore rispetto a quella in cui si sarebbero trovati se invece avessero cooperato nel processo decisionale.

Il dilemma del prigioniero presenta una situazione in cui due parti, separate e impossibilitate a comunicare, devono scegliere se cooperare o meno con l’altra. La ricompensa più alta per ciascuna parte si verifica quando entrambe le parti scelgono di cooperare.

Il classico dilemma del prigioniero si svolge in questo modo:

Due rapinatori di banca, Elizabeth e Henry, sono stati arrestati e vengono interrogati in stanze separate.

Le autorità non hanno altri testimoni e possono provare il caso contro di loro solo se riescono a convincere almeno uno dei rapinatori a tradire il proprio complice e a testimoniare il crimine.

Ogni rapinatore si trova di fronte alla scelta di collaborare con il suo complice e rimanere in silenzio o di disertare la banda e testimoniare per l’accusa.

Se entrambi collaborano e rimangono in silenzio, le autorità potranno condannarli solo per un’accusa minore, che comporterà un anno di carcere per ciascuno (1 anno per Elizabeth + 1 anno per Henry = 2 anni di carcere in totale).

Se uno dei due testimonia e l’altro no, quello che testimonia sarà libero e l’altro si beccherà cinque anni (0 anni per quello che diserta + 5 per quello condannato = 5 anni in totale).

Se invece entrambi testimoniano contro l’altro, ciascuno di loro si beccherà tre anni di carcere per essere parzialmente responsabile della rapina (3 anni per Elizabeth + 3 anni per Henry = 6 anni di carcere in totale).

Le rispettive pene possono essere espresse visivamente come segue, con l’indicazione degli anni di pena nel formato (anni pena Elizabeth, anni pena Henry):

Il paradosso del dilemma del prigioniero è pertanto il seguente: entrambi i rapinatori possono ridurre al minimo la pena detentiva totale che dovranno scontare solo se collaborano e rimangono in silenzio (due anni in totale), ma gli incentivi che affrontano separatamente li spingeranno sempre a disertare e a scontare il massimo della pena detentiva totale tra i due, pari a sei anni in totale.

In breve, pertanto:

• un dilemma del prigioniero è una situazione in cui i decision-maker individuali hanno sempre un incentivo a fare una scelta che crea un risultato meno che ottimale per gli individui come gruppo
• i dilemmi del prigioniero si verificano in molti aspetti dell’economia.
• Nel classico dilemma del prigioniero, gli individui ricevono i più grandi benefici se tradiscono il gruppo invece di cooperare.
• Se i giochi sono ripetuti, è possibile che ciascun giocatore possa elaborare una strategia che ricompensa la cooperazione.
• Le persone hanno sviluppato molti metodi per superare i dilemmi del prigioniero e scegliere risultati collettivi migliori nonostante apparenti incentivi individuali sfavorevoli.

Oggi, il dilemma del prigioniero è un esempio paradigmatico di come il pensiero strategico tra individui possa portare a risultati subottimali per entrambi i giocatori. (immagine di copertina di pubblico dominio, presa da Flickr)