Nei periodi di recessione economica, possono verificarsi rialzi significativi dei prezzi. Tra quelli più spinosi ci sono quelli dei tassi di interesse, cioè diritti applicati da banche e finanziarie su prestiti e mutui che, nei mesi passati, hanno raggiunto tetti piuttosto elevati.
La ragione è correlata principalmente al meccanismo dei tassi di interesse variabili, che sono, per loro natura, passibili di fluttuazioni nel tempo. Questo significa che il tasso applicato al finanziamento – e di conseguenza la rata mensile che si dovrà sostenere – non rimane fisso per tutta la durata del mutuo, ma viene regolato periodicamente in base all’andamento dell’indice a cui è legato (in genere l’Euribor).
Di conseguenza, il tasso di interesse applicato ha un impatto più che significativo sul costo finale del prestito. Ecco perché, dinanzi all’eventualità di avviare l’istruttoria e accendere il mutuo, è importante prima capire come si valuta il tasso più conveniente.
Capire le differenze: fisso e variabile
Iniziamo con il mutuo a tasso fisso. In questo caso il tasso rimane stabile per l’intera durata del prestito, il che significa che quando firmate il contratto, il tasso ottenuto rimarrà il medesimo per tutto il periodo di restituzione; questa stabilità offre una grande sicurezza, poiché le rate mensili non cambiano, anche se i tassi di interesse del mercato dovessero aumentare. Generalmente, quindi, il mutuo a tasso fisso è particolarmente indicato per coloro che preferiscono avere una previsione chiara dei pagamenti mensili e non hanno un’alta propensione al rischio.
Dall’altro lato c’è il mutuo a tasso variabile. Con questa tipologia il tasso può cambiare nel tempo, in base all’andamento dell’Euribor. Questo significa che le rate mensili potrebbero aumentare o diminuire, a seconda di come si muovono i tassi di interesse di mercato.
Se i tassi diminuiscono potreste beneficiare di pagamenti mensili più bassi; se aumentano, le rate potrebbero aumentare di importo. Questo tipo di prestito è ideale per chi è in grado di sostenere il rischio che ne consegue, considerando i benefici di poterne usufruire proprio nei momenti storici in cui i tassi sono più bassi.
Quale è il migliore tra i due?
Quale sia il migliore dipende dalla situazione personale. Come già evidenziato è principalmente una questione di approccio: chi preferisce la stabilità e la prevedibilità, potrebbe essere più a proprio agio con un mutuo a tasso fisso. Per coloro che conoscono meglio le dinamiche di mercato o che sono in grado di tollerare maggiori gradi di rischio, è plausibile valutare un mutuo a tasso variabile.
In entrambi i casi è sempre consigliabile fare un confronto approfondito di più offerte: a tal proposito risultano molto utili i portali di comparazione online, come ad esempio Facile.it, che permette di effettuare in pochi passaggi il calcolo del mutuo e farsi seguire da un consulente esperto per conoscere meglio tutti gli elementi da valutare e prendere una decisione consapevole.
Una delle prime domande da porsi nella fase di scelta è proprio se propendere per un tasso fisso o un tasso variabile. Attualmente, sembra che il tasso fisso sia in vantaggio di due punti rispetto al variabile. Tuttavia, resta da vedere quando avverrà il ribaltamento di questa situazione e quale sarà l’effetto delle aspettative sui tassi di interesse.
In generale, secondo i dati ISTAT, nel I semestre 2023 le erogazioni di mutuo sono notevolmente diminuite e le transazioni immobiliari sono calate, rispetto allo stesso periodo del 2022, del 13,7%. Tuttavia, la riduzione dei tassi di interesse a cui stiamo assistendo in questi mesi potrebbe incoraggiare la ripresa delle erogazioni, con una situazione del mercato che potrebbe man mano ritornare ai livelli precedenti allo scorso anno.