L’amministrazione statunitense ha da poco annunciato che, a partire dal 1° febbraio, verranno applicati dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e del 10% su quelle provenienti dalla Cina. Donald Trump ha inoltre dichiarato l’intenzione di estendere tali misure anche all’Unione Europea. Ma cosa sono esattamente i dazi, e quali conseguenze possono avere?
Cosa sono i dazi?
I dazi doganali sono imposte che un Paese applica sulle merci importate dall’estero. L’obiettivo principale è rendere i prodotti stranieri più costosi, favorendo così quelli nazionali.
Esempi di dazi:
- Esempio banale: Se un’azienda italiana produce scarpe e un’azienda cinese vende scarpe simili a un prezzo inferiore, il governo italiano potrebbe imporre un dazio del 10% sulle scarpe cinesi. Questo significa che i consumatori pagheranno di più per acquistare il prodotto importato, rendendo le scarpe italiane più competitive.
- Esempio più complesso: Supponiamo che gli Stati Uniti impongano un dazio del 25% sull’alluminio canadese. Le aziende americane che utilizzano l’alluminio (ad esempio, le industrie aerospaziali o automobilistiche) vedranno aumentare i costi delle materie prime, rendendo i loro prodotti più costosi. Di conseguenza, le aziende potrebbero decidere di acquistare alluminio da produttori interni o cercare alternative, mentre i consumatori finali potrebbero subire aumenti di prezzo su prodotti come auto o lattine di bibite.
Origine e storia dei dazi
I dazi esistono da secoli e sono stati uno dei primi strumenti di politica economica adottati dagli Stati nazionali per proteggere la propria economia. Durante il periodo mercantilista (XVII-XVIII secolo), erano utilizzati per accumulare ricchezza e favorire la produzione interna. Nel XIX secolo, con la Rivoluzione Industriale, i dazi furono spesso impiegati per proteggere le industrie emergenti.
Negli ultimi decenni, molte economie hanno ridotto i dazi grazie ad accordi di libero scambio, come il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) e l’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Tuttavia, in periodi di crisi economica o tensioni geopolitiche, alcuni governi reintroducono dazi per proteggere l’economia nazionale.
Motivazioni e politica economica dietro i dazi
I dazi possono essere imposti per vari motivi:
- Protezione dell’industria nazionale – Evitano che le imprese locali vengano schiacciate dalla concorrenza straniera.
- Ritorsione commerciale – Un Paese può imporre dazi per rispondere a politiche economiche aggressive di un altro Stato.
- Aumento delle entrate statali – Anche se oggi è una motivazione meno rilevante, storicamente i governi usavano i dazi come fonte di finanziamento.
- Sicurezza economica e strategica – Alcuni settori (come quello della difesa o dell’energia) sono considerati cruciali, e proteggere la produzione interna può essere una questione di sicurezza nazionale.
5 falsi miti sui dazi
Ecco alcuni falsi miti sui dazi e la realtà che li smentisce:
1. I dazi proteggono sempre l’economia nazionale
❌ Falso – Sebbene possano proteggere temporaneamente alcune industrie, i dazi spesso scatenano ritorsioni da parte degli altri Paesi, danneggiando le esportazioni nazionali. Inoltre, i costi più alti per le importazioni si traducono in prezzi più elevati per i consumatori locali.
2. I dazi colpiscono solo i Paesi esteri
❌ Falso – Molti pensano che i dazi danneggino solo chi esporta verso il Paese che li impone. In realtà, anche le imprese e i consumatori locali ne soffrono, perché i prezzi aumentano e le aziende che dipendono da materie prime importate subiscono maggiori costi di produzione.
3. I dazi favoriscono sempre la creazione di posti di lavoro
❌ Falso – In alcuni settori i dazi possono proteggere l’occupazione, ma in altri possono causare perdite di posti di lavoro. Se un’industria che usa materie prime importate (come l’auto o l’elettronica) deve pagare di più per i suoi materiali, potrebbe essere costretta a ridurre il personale o aumentare i prezzi, con un impatto negativo sull’economia.
4. Senza dazi, l’economia nazionale sarebbe in pericolo
❌ Falso – Molte economie avanzate prosperano con bassi dazi, puntando su innovazione e competitività. Il libero scambio può portare benefici riducendo i costi e ampliando i mercati di sbocco per le imprese. I dazi, invece, spesso generano conflitti commerciali e inefficienze.
5. I dazi sono sempre permanenti e inevitabili
❌ Falso – I dazi sono strumenti politici ed economici, spesso temporanei. Possono essere revocati o modificati in base agli accordi commerciali, ai cambiamenti politici o alle pressioni economiche. Molti governi li usano come leva nelle negoziazioni internazionali.
In sintesi, i dazi non sono sempre la soluzione migliore per proteggere l’economia e, se usati in modo sbagliato, possono avere conseguenze negative sia a livello nazionale che globale.
Conseguenze dell’imposizione di dazi sulla UE
Se Trump imponesse dazi sulle importazioni dall’Unione Europea, ci sarebbero diverse ripercussioni:
- Per le imprese europee
- Le aziende che esportano verso gli USA vedrebbero i loro prodotti diventare più costosi per i consumatori americani.
- Questo potrebbe ridurre la domanda di beni europei, danneggiando settori come l’automotive tedesco o il lusso italiano.
- Per i consumatori americani
- I prezzi di alcuni prodotti europei (come auto, vino o macchinari industriali) aumenterebbero, riducendo la varietà di scelta o incentivando l’acquisto di prodotti nazionali.
- Rischio di una guerra commerciale
- L’UE potrebbe rispondere con dazi sui prodotti americani, penalizzando aziende come Apple, Boeing o i produttori di soia.
- Effetti a lungo termine
- Le tensioni commerciali potrebbero scoraggiare gli investimenti esteri tra UE e USA.
- Alcune aziende potrebbero riorganizzare le loro catene di approvvigionamento per evitare dazi, delocalizzando la produzione.
In sintesi, i dazi sono strumenti economici potenti che possono proteggere le industrie locali ma anche generare conflitti economici tra nazioni, con ripercussioni su imprese e consumatori.