La “legge dell’inevitabilità” è una delle cinque leggi dell’improbabilità formulate dal matematico e statistico britannico David Hand nel suo libro The Improbability Principle (2014).
Secondo questa legge:
Gli eventi che hanno una probabilità molto bassa di accadere non solo sono possibili, ma, dati abbastanza tempo e contesto, diventano inevitabili.
In altre parole, anche se un evento è estremamente raro (per esempio, vincere alla lotteria o incontrare per caso una persona conosciuta dall’altra parte del mondo), se ci sono abbastanza opportunità perché accada, alla fine succederà quasi con certezza.

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Esempio semplice
- Se lanci una moneta, è molto improbabile che esca sempre testa per 20 volte di fila.
- Ma se miliardi di persone nel mondo la lanciano più e più volte, qualcuno prima o poi osserverà proprio quella sequenza.
- Quindi, su larga scala, l’improbabile diventa inevitabile.
Connessione con la vita reale
- Coincidenze (incontrare un amico in vacanza in un paese lontano).
- Eventi astronomici rari (come certe eclissi o allineamenti planetari).
- Incidenti improbabili (come due persone che si chiamano nello stesso istante e ricevono segnale di linea occupata).
La legge si fonda su un’idea statistica di fondo: se lo spazio delle possibilità è enorme e gli eventi si ripetono molte volte, perfino le circostanze più improbabili finiscono per accadere.
La legge dell’inevitabilità di David Hand si presta molto bene anche all’economia e alla finanza, dove eventi rari e improbabili, se si osserva un arco di tempo abbastanza lungo o un numero sufficiente di transazioni, diventano praticamente certi.
Nel mondo della finanza e dell’economia, la legge dell’inevitabilità ci ricorda che gli “eventi improbabili” (bolle speculative, crack, frodi, guadagni eccezionali) non sono eccezioni inspiegabili, ma conseguenze naturali di un sistema enorme, con milioni di attori e transazioni.
Ecco alcuni esempi concreti.
1. Crisi finanziarie e crolli di borsa
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Un crollo di mercato estremo (tipo il 2008 o il 1929) ha probabilità molto bassa in un singolo anno.
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Ma dato che i mercati azionari sono attivi ogni giorno e ci sono innumerevoli fattori di rischio, su archi temporali lunghi (decenni o secoli) diventa inevitabile che prima o poi si verifichi una crisi.
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Interpretazione secondo Hand: i “cigni neri” (eventi rarissimi) non sono in realtà così rari se consideriamo la scala del tempo e delle operazioni globali.
2. Fallimenti aziendali
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La probabilità che una singola grande azienda fallisca in un anno è bassa.
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Ma nel mondo esistono centinaia di migliaia di imprese quotate e milioni di PMI: inevitabilmente, ogni anno alcune collasseranno, anche tra quelle considerate “troppo grandi per fallire”.
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Esempio: il fallimento di Lehman Brothers nel 2008. Statistiche alla mano, era improbabile, ma con così tanti attori sul mercato finanziario, almeno un fallimento clamoroso era inevitabile nel lungo periodo.
3. Truffe e frodi finanziarie
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Un investitore ha poche probabilità di imbattersi personalmente in una grande frode (tipo schema Ponzi).
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Ma considerando il numero immenso di investimenti, intermediari e strumenti finanziari, è inevitabile che alcune truffe emergano ciclicamente.
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Esempio: lo schema Ponzi di Bernie Madoff (2008), oppure ciclici scandali legati a insider trading.
4. Bollette, prezzi e spese impreviste
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A livello individuale sembra improbabile che capiti un errore grossolano nella propria bolletta o un aumento improvviso di un prezzo chiave (energia, carburante).
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Ma visto il numero enorme di transazioni, fatture e oscillazioni dei mercati, è inevitabile che tali anomalie accadano regolarmente a una parte della popolazione.
5. Investimenti “miracolosi”
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La probabilità che un piccolo investimento diventi un colpo da milioni è bassissima.
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Ma con milioni di persone che investono in azioni, startup o criptovalute, è inevitabile che qualcuno ottenga un rendimento astronomico.
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Esempio: chi ha comprato Bitcoin a pochi centesimi e ha visto crescere il valore fino a decine di migliaia di dollari.