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Tetto al contante: come regolarsi

Tetto al contante 2025, cosa bisogna sapere

Nel 2025 il limite all’uso del contante in Italia resta fissato a 5.000 euro: si tratta della soglia stabilita dal 1° gennaio 2023, confermata anche per quest’anno. Nessuna ulteriore disposizione nazionale ha modificato questo tetto, che resta valido per tutte le operazioni tra soggetti privati e per i pagamenti a commercianti, professionisti o imprese. Il limite riguarda il trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi, anche frazionato: due pagamenti da 3.000 euro ciascuno per la stessa prestazione non sono ammessi se finalizzati a eludere la soglia, per intenderci. Non ha importanza invece la provenienza del denaro: può essere anche prelevato dal proprio conto.

Oltre al tetto nazionale, dal 2024 è in vigore un regolamento europeo che impone una soglia massima uniforme di 10.000 euro per tutti i Paesi UE. Ma l’applicazione pratica è stata rimandata all’anno 2027, quindi ancora c’è tempo per adeguarsi. Nel frattempo, ogni Stato può mantenere limiti più bassi, come l’Italia ha deciso di fare, effettivamente.

Cosa si intende per “contante”

Una novità effettiva dal 2025 riguarda l’ampliamento della definizione di “contante”. Non si intende più solo il denaro in banconote o monete, ma anche strumenti come assegni al portatore, traveler’s cheque, carte prepagate anonime, oro da investimento in forma fisica e oggetti di valore come i lingotti. Questo aggiornamento recepisce standard europei antiriciclaggio e mira a includere qualsiasi strumento utilizzabile come forma di pagamento non tracciabile.

Rimane in vigore anche la possibilità, per i turisti extra-UE, di pagare in contanti fino a 15.000 euro. La deroga si applica solo se il commerciante rispetta alcune condizioni: comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate, versamento in banca entro il primo giorno lavorativo successivo e invio della dichiarazione riepilogativa mensile. In assenza di questi adempimenti, vale la soglia generale di 5.000 euro anche per i non residenti.

I controlli si fanno più stringenti anche sul piano doganale: chi entra o esce dall’Italia con contanti (o strumenti assimilabili) superiori a 10.000 euro deve presentare apposita dichiarazione, pena sanzioni. Il controllo riguarda sia il contante classico sia gli oggetti di valore, come gioielli o oro in forma non lavorata. Si tratta di un ulteriore passaggio verso una maggiore trasparenza nei movimenti di capitale, anche personali.

Il rispetto del tetto al contante non è solo una formalità: le sanzioni per chi viola il limite vanno dal 15 al 30% dell’importo trasferito in modo irregolare. La normativa antiriciclaggio, che si affianca a quella sul contante, impone obblighi specifici a professionisti, notai, commercialisti, intermediari finanziari e altri soggetti “obbligati”, che devono segnalare operazioni sospette o anomale anche al di sotto della soglia.

In sintesi, il limite resta fissato a 5.000 euro, ma la disciplina si arricchisce di nuove definizioni e controlli più ampi. Le soglie restano, ma cambia il perimetro di ciò che si considera denaro contante. Per privati e imprese è fondamentale prestare attenzione non solo al valore delle operazioni, ma anche alla forma in cui vengono effettuate.

Fonti: Confcommercio, Ipsoa, Regolamento UE 2024/1624, D.Lgs. 211/2024, Agenzia delle Entrate, normativa antiriciclaggio D.Lgs. 231/2007

Attenzione: le indicazioni qui riportate sono del tutto generiche, e la vostra banca potrebbe in teoria applicare condizioni differenti caso per caso. Pagare.online invita all’uso di pagamenti tracciabili in modo responsabile, e non intende in alcun modo incentivare alcun genere di comportamento illecito. 

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